Prendimi L’anima
Regia di: Roberto Faenza
Musiche di: Andrea Guerra
Marzo 2003
Due giovani donne eccezionali per indipendenza, per ardore erotico e per pensiero libero, Sabina Spielrein, psicoanalista russa, e Frida Kahlo, pittrice messicana. Due personaggi destinati a incontrare le grandi forze del Novecento (psicoanalisi, rivoluzione russa, stalinismo, nazismo) e i grandi personaggi di quel secolo (Jung, Freud, Trockij, Picasso). Due testimoni dirette del modo in cui le donne importanti, appassionate e ricche di personalità venivano considerate (come oggi, del resto): presuntuose, scocciatrici, eccessive, fastidiose. Due film, una bello e l´altro no, che arrivano contemporaneamente nei cinema per raccontare la loro vita. Prendimi l’anima di Roberto Faenza, film intelligente e distante con un titolo bellissimo e vago (l´anima?), racconta dell´ebrea russa Sabina Spielrein, nel 1904-1905 paziente e poi amante di Carl Gustav Jung a Zurigo, allieva di Freud e poi psicoanalista e pedagoga a Vienna, partecipe a Mosca nel 1923 dell´esperienza rivoluzionaria di un asilo libertario, vittima della repressione di Stalin, trucidata dai nazisti nel 1942 insieme con le proprie figlie e con molti correligionari nella sinagoga della città natale Rostov sul Don. Il film segue parallelamente le ricerche compiute su Sabina da una studentessa e da un professore contemporanei, e la vicenda di lei: i due elementi non risultano sempre armonizzati né apparentemente necessari, a volte si ostacolano a vicenda più che completarsi, imprimendo alla storia un ritmo affaticato. Prendimi l’anima è centrato sul legame tra Jung e Sabina Spielrein, che fu la prima persona con gravi disturbi mentali curata dal grande allievo di Freud con i metodi freudiani dell´analisi dei sogni e delle libere associazioni, in un ospedale psichiatrico, il Burghölzli, che usava invece sistemi violentemente repressivi. La paziente s´innamorò del medico e il medico della paziente (transfert, controtransfert): ma Jung non volle rinunciare per lei alla propria famiglia, né alla propria rispettabilità sociale e, con un comportamento classico nel passato e spesso nel presente, pose fine alla relazione, mentre Freud indirizzò la ragazza esclusivamente agli studi. Il film è molto interessante e ben fatto. Magari la verità storica non viene sempre rispettata, magari il poliziotto di Stalin appare un po´ burattinesco: ma sono bellissime le scene d´amore, la grande scena di massa alla stazione di Rostov con sovietici e tedeschi che alternativamente si fronteggiano, l´alto livello internazionale della realizzazione. I protagonisti inglesi Emilia Fox (figlia di Edward Fox) e Iain Glen sono molto ben scelti, ben diretti, molto bravi.(La Stampa)
Cast: Emilia Fox, Iain Glen, Craig Ferguson, Caroline Ducey.
Aspetto Artistico
Musiche di:
Andrea Guerra
Dirette da:
Gianfranco Plenizio
Regia di:
Roberto Faenza
Editore:
CAM
Orchestra:
Czech National Symphony Orchestra
Orchestra Contractor:
Angelo Giovagnoli
Aspetto Tecnico
Tecnico del Suono:
Goffredo Gibellini
Assistente di Registrazione:
Cenda Kotzman
Assistente di Missaggio:
Mauro Rea
Studio di Registrazione:
CNSO – Praga
Studio di Missaggio:
Sonic Recording Studio – Roma
Organico:
22 Violini
08 Viole
06 Violoncelli
05 Contrabbassi
02 Flauti
01 Oboe
02 Clarinetti
01 Fagotto
02 Percussioni
01 Pianoforte
01 Arpa