Alla Luce Del Sole

Il film di Roberto Faenza è intitolato Alla luce del sole anche perché fu appunto in pieno giorno, in mezzo alla strada, che il 12 settembre 1993 a Palermo alcuni sicari della mafia ammazzarono a colpi di pistola, nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, il sacerdote don Puglisi, parroco del quartiere periferico di Brancaccio. Lo uccisero perché era un uomo di fede bravo, attivo, pieno di energia, quindi “rompeva le scatole” ai mafiosi che si consideravano proprietari del luogo («Solo noi, qui, diamo pane e lavoro alla gente»): in meno di tre anni il prete aveva sottratto alla strada e al padronato criminale decine di ragazzi, creando per loro un centro di accoglienza e anche un altro mondo.
Di don Puglisi s’è detto molto, soprattutto alla televisione (“Brancaccio”): la sua storia ferocemente semplice è nota, ma per la prima volta viene raccontata da un autore della qualità di Faenza, senza neppure una sfumatura del patetismo sentimentale né dello strappacuore melodrammatico che distinguono di solito nel cinema italiano storie simili.
La regia di Faenza è ammirevole: asciutta semplicità, serietà profonda, un modo intenso e raro di guardare il protagonista,la città, i bambini. I bambini sono visti con realismo affettuoso, con amore: non c’è un gesto né un sorriso che siano affettati o esagerati. Luca Zingaretti è un protagonista eccellente, forte, sobrio, specialmente bravo in due scene cruciali:
la prima Messa celebrata a Brancaccio, nella chiesa deserta davanti ai banchi vuoti; il pianto accorato a cui il prete si abbandona, nascosto nel bagno, dopo esser stato massacrato di botte dai mafiosi che già avevano dato fuoco a una parte della casa. Dedicata “ai bambini di Palermo“, l’opera seria e appassionante si conclude con un bambino che saluta con un gesto e un sorriso il feretro del prete.(L’espresso)

Cast: Luca Zingaretti, Alessia Goria, Corrado Fortuna, Giovanna Bozzolo, Francesco Foti.